A cura di Nora Bertolotti
Cosa seminare
Annuali: piante il cui
intero ciclo vitale
dura un anno.
Solitamente si seminano in primavera,
maturano e fioriscono in estate e vanno a seme a seguire.
Biennali: piante il cui intero ciclo
vitale dura due anni. Solitamente si seminano in primavera
o estate. Fioriscono più o meno 12 mesi dopo.
Perenni: piante il cui intero ciclo
vitale dura tre anni o più. I tempi di semina sono differenti
e specifici. (Le piante con fusto legnoso sono tutte perenni!)
Il mio consiglio è di cominciare
con la semina delle annuali, più semplici e veloci. Nella scelta delle varietà
è utile partire da seme con tutte quelle piante che non si trovano facilmente
in commercio. Possiamo pensare a quello che non si trova sui banchi della
frutta e della verdura e che non viene nemmeno
venduto nella nostra
regione come pianta da orto in alveolo.
C’è una ricchissima scelta di semi da ordinare
per corrispondenza o da
scambiare con gli appassionati.
Semine particolari: alcune piante vanno
seminate direttamente in campo, ad es. le piante
da radice in genere come carote, rape, i rapanelli etc. e le leguminose (che
hanno un apparato radicale che ama crescere da subito in profondità); altre si
possono seminare in contenitori e poi
trapiantare in campo in seguito. Questo permette in alcuni casi di anticipare i tempi, in altri di tenere sotto
controllo le giovani
piante (che non sono appetibili solo per noi, ma per
un’infinità di creature).
Le sementi tradizionali sono sementi di piante selezionate da
generazioni di coltivatori (raccogliendo anno dopo anno i semi delle piante
migliori) e hanno un’incredibile varietà genetica e caratteri stabili. Sono
solitamente a impollinazione aperta,
cioè si incrociano spontaneamente con piante compatibili, creando talvolta ibridi naturali, che possono differire
nelle caratteristiche dalle piante madri. Quando si tratta di varietà locali
sono anche piante che meglio si adattano alle condizioni pedoclimatiche della
zona.
Con l’impollinazione manuale e
controllata dall’uomo si incrociano varietà diverse per avere discendenti con le caratteristiche migliori di ciascun
genitore. Questo tipo di incrocio viene chiamato ibrido. Gli ibridi F1 sono semi che rappresentano la prima generazione nata da
un incrocio tra due specifiche piante genitrici. Non è garantito che semi
raccolti da piante nate da semi F1 avranno
le stesse caratteristiche delle piante genitrici, in quanto i loro
caratteri non sono stabili.
[Gli OGM, organismi geneticamente modificati, sono piante in cui il
patrimonio genetico è stato modificato
in laboratorio, usando tecniche molto sofisticate. Le piante prodotte con
queste tecniche sono brevettate e possono essere prodotte solo da chi ne
detiene il brevetto. In pratica è vietato produrre la semente da piante OGM e riutilizzarla.]
Come seminare
Maggiore è la dimensione di un
seme, maggiore sarà la profondità a cui andrà posto. Alcuni semi (ad es. quelli
di papavero) non devono essere coperti dal terriccio, altri sì.
È importante conoscere le necessità di ogni
pianta.
Se il clima è particolarmente
umido è meglio seminare a una profondità un po’ inferiore a quella consigliata,
per evitare marciumi e attacchi fungini.
Utilizzare per la semina un
terriccio a grana fine, leggero e poco nutriente. Vanno bene i terricci
chiamati “da semina” o “da taleaggio”. Altrimenti si può fare in casa la
“mista” ideale per la semina con: 2 parti di compost domestico setacciato, 1
parte di argilla, 1 parte di sfatticcio di foglie, 1 parte di sabbia vagliata
(di fiume!).
È meglio evitare di spargere il
seme direttamente dalla bustina, perchè non si riesce a controllare la
quantità, nè dove i semi finiscono. In caso di semi medi e grandi posarli nel palmo della mano. Se il seme è molto
fine si può mescolarlo con della sabbia, per distribuirlo più facilmente.
Dopo aver posto il seme nel
terreno in file o buchette, coprire con terra (se necessario), meglio se con un setaccio. Pressare
molto leggermente con un oggetto
piatto (ad es. una
tavoletta di legno).
Innaffiare delicatamente con un annaffiatoio a
rosetta fine o con uno spruzzino.
Quando è tempo di trapiantare le
giovani plantule, sollevarle tenendole per le foglie, supportando
contemporaneamente le radici; mai tenerle per il fusticino: è troppo fragile e
si romperebbe o danneggerebbe irrimediabilmente!
Letture:
Michel e Jude Fanton, Manuale per Salvare i Semi dell’Orto e la Biodiversità, Il Filo Verde
di Arianna.
Maria Thun, Matthias Thun, Christina Schmidt-Rüdt, Calendario delle Semine 2017, Editrice
Antroposofica.
La classificazione botanica
Si deve al naturalista svedese Carlo Linneo
(1707-1778) la attuale
classificazione scientifica
dei viventi. Essa utilizza sette raggruppamenti detti categorie sistematiche,
ordinate in senso gerarchico dalla
più piccola alla più grande:
specie, genere, famiglia, ordine, classe,
phylum, regno (+ dominio). La specie è la categoria per noi fondamentale ed è
l’insieme di tutti gli individui con caratteristiche assai simili che,
accoppiandosi, generano figli simili ai genitori e fecondi, cioè capaci a loro
volta di generare figli.
Conoscere la nomenclatura
scientifica (tassonomia) non è indispensabile, ma è utile sapere come funziona
‘a grandi linee’, per poter comprendere le informazioni che un nome botanico ci
fornisce.
Genere
|
Specie
|
Subspecie
|
Varietà
/ cultivar
|
Beta
|
vulgaris
|
subs. cicla
|
‘Candida’
|
La rotazione si attua da
un lato per evitare di crescere le
piante in un suolo - non necessariamente impoverito - ma dove non c’è disponibilità di determinati nutrienti; dall’altro
per contrastare il diffondersi di patogeni e avversità varie (ad
es. parassiti o funghi), che colpiscono un determinato tipo di piante. Non c’è una regola sola nè definitiva che possa guidare
la rotazione. Questa può seguire infatti diversi criteri.
Ecco alcuni spunti:
•
sarebbe bene non piantare
nello stesso terreno anno dopo anno piante della stessa famiglia (evitando di
farlo per più di tre anni consecutivi).
•
si possono
alternare colture a radice profonda,
che penetrano soli compattati e colture
a radice superficiale e più espansa.
•
la coltivazione di piante della famiglia delle Fabaceae ha un effetto benefico sul terreno, in quanto queste piante sviluppano simbiosi con un
batterio (Rhizobium),
responsabile della fissazione biologica dell’azoto molecolare, cioè della trasformazione dell’azoto atmosferico in
forma gassosa
in una
forma facilmente
assimilabile per
le piante.
Il Rhizobium
deve però colonizzare un ospite poiché da solo non è in grado di effettuare la fissazione.
•
si può seguire il principio di far
avvicendare legumi, foglie, radici, frutti.
•
o alternare piante molto esigenti in
quanto a nutrienti ad altre poco esigenti.
•
un’altra strategia
può essere far precedere alla coltivazione di piante con fogliame minuto piante
a foglia larga, che hanno l’effetto di sopprimere le erbe indesiderate.
Una rotazione a regola d’arte richiede
quindi una pianificazione notevole! Ma basta un po’ di buonsenso per inventare la propria “formula”, tenendo sempre a mente di lavorare “con” e non “contro”.
Le famiglie botaniche nell’orto e in tavola:
Amarantacee
•
Amaranto
|
Apiaceae (Umbelliferae)
•
Aneto
•
Anice
•
Carota
•
Cerfoglio
•
Coriandolo
•
Cumino
•
Finocchio
•
Pastinaca
•
Prezzemolo
•
Sedano
|
Asteraceae (Compositae)
•
Arnica
•
Assenzio
•
Calendula
•
Camomilla
•
Carciofo
•
Cardo
•
Cicoria
da foglie
•
Cicoria
da radice
•
Girasole
•
Indivia Scarola
•
Indivia Riccia
•
Lattuga
•
Radicchio (Cicoria)
•
Scorzonera
•
Scorzobianca
•
Tarassaco
•
Topinambur
|
Boraginaceae
•
Borragine
|
Brassicaceae (Cruciferae)
•
Broccolo
•
Cavolino
di Bruxelles
•
Cavolfiore
•
Cavolo cappuccio
•
Cavolo
/ Sedano rapa
•
Cima di rapa
•
Crescione
•
Rafano
•
Ramolaccio
•
Rapa
•
Rapanello
•
Rucola
•
Senape
•
Verza
|
Capparaceae (Capparidaceae)
•
Cappero
|
Chenopodiaceae
•
Bieta a coste
•
Bieta / Erbette
•
Bietola
da orto
•
Quinoa
•
Spinacio
|
Convolvulaceae
•
Batata
|
Cucurbitaceae
•
Anguria
•
Cetriolo
•
Luffa
•
Melone
•
Zucca
(Cucurbita e Lagenaria)
•
Zucchina
|
Fabaceae / Leguminosae
•
Arachide
•
Carrubo
•
Cece
•
Cicerchia
•
Fagiolo
•
Fava
•
Lenticchia
•
Lupino
•
Pisello
•
Soia
|
Iridaceae
•
Zafferano
|
Lamiaceae (Labiatae)
•
Basilico
•
Issopo
•
Lavanda
•
Maggiorana
•
Melissa
•
Menta
•
Nepetella
•
Origano
•
Perilla
•
Rosmarino
•
Salvia
•
Santoreggia
•
Timo
|
Liliaceae
•
Aglio
•
Asparago
•
Cipolla
•
Erba cipollina
•
Lampascione
•
Porro
•
Scalogno
|
Poaceae (Graminae)
•
Avena
•
Frumento
(grano duro, grano tenero, farro)
•
Mais
•
Miglio
•
Orzo
•
Riso
•
Segale
•
Sorgo
•
Triticale
(ibrido tra frumento e segale)
|
Polygonaceae
•
Acetosella (Rumex)
•
Grano saraceno
•
Rabarbaro
|
Rosaceae
•
Albicocco
•
Ciliegio
•
Cotogno
•
Fragola
•
Mandorlo
•
Melo
•
Nespolo
•
Pero
•
Pesco
•
Sorbo
•
Susino
|
Solanaceae
•
Goji
•
Melanzana
•
Patata
•
Peperoncino
•
Peperone
•
Pomodoro
|
Valerianaceae
•
Valerianella
|
Buon vicinato
Le consociazioni sono
accostamenti di piante che interagiscono favorevolmente fra di loro. Ci sono
piante che invece sembrano dar prova di antagonismo. I primi esperimenti
documentati di ricerca sulle consociazioni risalgono agli anni Quaranta del
Novecento e sono stati effettuati da un coltivatore biodinamico, Richard Gregg.
A parte alcuni esempi molto noti (la carota ama il pomodoro e la rosa ama
l’aglio), si trovano informazioni molto
diverse e contraddittorie sulla consociazione degli ortaggi. Solo l’esperienza
personale potrà indicarvi la via da seguire.
Possiamo comunque seguire delle linee guida:
•
in generale è bene non coltivare specie
appartenenti alla stessa
famiglia, ma intervallarle con altre piante, in modo
da ostacolare la diffusione di patogeni e di insetti nocivi
•
associare ortaggi a ciclo breve con
ortaggi che occupano più a lungo il terreno
•
non associare
piante che occupano
e sfruttano lo stesso livello
del terreno (ma ci sono eccezioni)
•
tenere presente
i tempi di coltivazione, in modo che le piante a sviluppo
più veloce non prendano il sopravvento
•
evitare di coltivare insieme piante
esigenti in fatto di nutrizione o che si ombreggino
•
scegliere piante con simili esigenze
idriche e di drenaggio.